Un mare di plastica

Una bella trainata a settembre, sui 200 metri di fondale: ci si aspetta di incontrare un po’ di tutto, visto il periodo tradizionalmente più che favorevole.Come non calare quindi la nostra Water Wolf a monte dell’esca, per riprendere, se non qualche cattura, almeno qualche bell’inseguimento?

Purtroppo, nessun cicalino è partito durante la trainata, a testimonianza di un mese abbastanza anomalo.

A rendere la giornata ancora più nera è stata la visione delle immagini registrate dalla nostra telecamera. Già dal vivo avevamo notato la notevole presenza di detriti e residui in superficie, ma dalla visione delle riprese si ha un quadro ancora più allarmante della situazione del nostro mare.

Le segnalazioni di numerosi ricercatori ed associazioni no profit evidentemente non possono essere derubricate con leggerezza alla voce allarmismo. In mare c’è veramente tanta, troppa plastica. Ed in questo caso non parliamo di riprese effettuate in acque portuali, “stagnanti” e comprensibilmente più inquinate per l’elevata pressione antropica, ma di una fascia di media altura, a circa 6 Nm dalla costa, in pieno “Santuario dei Cetacei”…

Se pensiamo poi che la parte più pericolosa, quella delle cosiddette microplastiche, non si coglie con una semplice telecamera, possiamo farci un’idea della complessità della situazione.

Se non vogliamo continuare a fare uscite e riprese nel deserto, dove compaiono più sacchetti che pesci, occorre una decisa inversione di tendenza, a partire anche dai nostri comportamenti da semplici diportisti.  Per la cronaca: in un’ora di video non appare nessun predatore ma almeno cinque zone ricolme di plastica come quella del video…

 

Inge
Ingegnere nautico (da cui il nick) con la passione della pesca, nasce a La Spezia nell'ormai lontano 1985. Inizia a pescare ancor prima di camminare, seguendo le orme degli illustri familiari, abilissimi pescatori di orate con lenza a mano e metodo tradizionale. Dopo anni di gloriosi insuccessi, passa inspiegabilmente alla pesca con gli artificiali, ed in particolare alla traina costiera e allo spinning sulle mangianze, di cui si innamora. Ne deriva uno smodato sentimento di amore-odio per i gabbiani, e una vista assai acuta, nonostante gli occhiali, per individuare i più piccoli cenni di mangianza da La Spezia a Capo Corso. Da qualche anno si è avvicinato, nel periodo invernale, alla pesca dei cefalopodi da Riva, con stranamente buoni risultati. Pescatore molto tecnico, detiene nel team anche il primato di pesca alle acciughe e alle aguglie con le mani, di cui è molto orgoglioso... Si può considerare il "tattico" del team, vista la sua passione per la tecnologia (dorme con il GPS) e meteorologia.

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