In questi lunghi anni di serate trascorse a passeggiare lungo pontili e scogliere, armati di tutto punto, alla (quasi sempre vana) ricerca di qualche cefalopode da presentare alla padella di casa, abbiamo incontrato molte forme di vita. E non parliamo di specie ittiche.
Infatti, a dispetto dei pochi cefalopodi raccolti, nonostante i paesi svuotati dall’inverno e l’apparente carenza di vita a movimentare i nostri borghi marinari, abbiamo catalogato una incredibile varietà di bipedi, curiosi esemplari che popolano moli e scogliere soprattutto d’inverno e che di seguito proviamo a presentarvi.
Il Competitivo è una delle creature più pericolose che si possano incontrare sui pontili, la sera. Affetto da inarrestabile voglia di sfidare chiunque, comincia a guardarvi negli occhi e prodursi in lanci estremi, solo per arrivare un metro oltre il vostro. Se prendete qualcosa, comincia ad aumentare il numero di calamenti, esche, luci, per cercare il pareggio e il sorpasso. Se vi trovate assieme a lui su un molo di 10 metri e ne state occupando solo uno, lui cercherà in tutti i modi di lanciare nel vostro metro, per impedirvi di superarlo, avvicinandosi a dismisura per spiare le vostre catture. Perchè le sue devono essere almeno 1 cm o 1 grammo più delle vostre.
Lo si riconosce anche a distanza, grazie all’elevato numero di bestemmie tra i denti ad ogni vostra cattura.
Il Pessimista è quell’esemplare notturno che riesce a deprimere anche il più incallito e appassionato degli angler da riva. Comincia a snocciolare dati e motivazioni assolutamente arbitrarie per cui non dovreste prendere niente, o dovreste andarvene, prima di farvi male. Spesso lui non pesca nemmeno, siete VOI che patirete un tragico destino e lui è li solo per aiutarvi. Cosa lo porti a vederla così nera non si sa, ma un occhio nero glielo si farebbe assai volentieri, per rendere il tutto piu realistico.
Mentre il pessimista molesta solo per soddisfare il suo puro gusto personale e per calmierare il suo ego affetto da pessimismo cosmico, la versione “Plus”, accessoriata”, ha anche la dote di fare accadere immediatamente buona parte delle cose che profetizza.
“Ma lo sa che qui si incoccia spesso? E’ facile lasciarci tutto”. Ed è la prima volta che vede quel posto in vita sua.
“No, ma guardi, qui c’è solo sabbia…”.
“Eh, ma alle volte….arrivederci”.
2 minuti dopo stai piangendo 30 metri di ottimo trecciato giapponese, e non sai nemmeno perchè.
Quello che “Scusa, mi presti il guadino?”. “Scusa, avresti per caso due metri di nylon?”. “Ah, ma usi i moschettoni? Ne avresti uno da provare, che magari mi trovo meglio?”. “Mi puoi prestare un attimo la luce che non vedo?”
L’insicuro del pontile lo si riconosce subito. E’ li da prima di voi ma, da quando arrivate sul pontile, la sua luce frontale continua ad abbagliarvi perchè guarda più voi di quello che sta facendo. Se, malauguratamente, allamate qualcosa, comincia a lanciare sempre più vicino. Sempre più vicino. Ancora più vicino. Ma non, come il competitivo, per rubarvi il pesce. No. Vuole solo avvicinarsi per vedere che esca state usando, se è più grossa della sua (!) , e di che colore è. Normalmente, effettuata questa operazione, torna al suo posto. Almeno fino alla vostra cattura successiva, quando ripeterà nuovamente la procedura per verificare il terminale, il moschettone, la canna e il mulinello.
In fondo non è interessato alla preda e al risultato, vuole solo essere confortato. Apprezzerebbe molto un abbraccio da una seppia o calamaro.
Quando mi accorgo di avere un insicuro vicino, sostituisco appositamente il colore della totanara dopo una cattura. Così, per infierire.
Tutti voi avrete sicuramente avuto un parente che vi ha molestato, piu o meno direttamente, con i famosi racconti basati sul “si stava meglio quando si stava peggio”. Bene, il nostalgico è quello che vi si piazza a fianco e comincia a rimpiangere la splendida annata 1998, quando, pare, i calamari erano talmente numerosi da trascinare in mare chiunque si avventurasse di notte, da solo, sul pontile e sulle scogliere. Per non parlare del 1976, quando le seppie le trovavi al molo già divise in cassette, a seguito di conta interna per definire le volontarie per il risotto.
E, comunque, come minimo ieri sera si pescava meglio.
L’attaccabottone mediamente ha più di sessantanni e spesso è pensionato (pre-riforma Fornero, si estingueranno presto) o comunque lavora molto poco. Si avvicina ai moletti la sera, dopo aver osservato lavori sui cantieri per tutto il giorno, con una cannetta da pescatore abilmente acquistata dai cinesi a mero scopo di copertura. Lui infatti non pesca, l’ha fatto forse una volta per sbaglio da ubriaco nel 1975. Si avvicina con una scusa qualsiasi, e attacca una pippa clamorosa che svaria dal meteo, da quanto sia torbida l’acqua, fino ad arrivare ai suoi nipoti che vivono all’estero o ai suoi problemi familiari, spesso ricadendo nella figura dell’attaccabottone nostalgico.
L’unica speranza per salvarsi è piantarsi una totanara in una mano e dover fingere di andare al pronto soccorso.
Il campeggiatore abusivo è quell’elemento che, infischiandosene di divieti e decenza, campeggia e bivacca su passeggiate, pontili, pinete. Normalmente dedito alla pesca delle orate, questo curioso esemplare si riconosce per la territorialità con cui difende la sua postazione, ovviamente sovrabbondante rispetto alle sue necessità. Per calare una bolognese, occupa 15 metri di pontile, su 16. Se pesca a fondo, installa almeno tre portacanne da cinque posti ciascuno rivolti in tre direzioni diverse, in modo da coprire un arco di almeno 270° e 2 Miglia marine, interdette per chiunque.
Spesso si tratta di pericolosissimi extracomunitari. Intesi come fiorentini o parmensi, evidentemente abituati a pescare come “a casa loro” nelle vaste pianure nebbiose dalle quali provengono.
Il rissoso è normalmente un particolare tipo di campeggiatore, dal carattere insolitamente focoso e dall’ego spropositato. Dopo aver coperto di nylon 800 km quadrati di costa con le sue mille canne a fondo, si altera se qualcuno (a traina o dal molo) ha l’ardire di incocciarne una al punto da mettere in atto vere e proprie sceneggiate napoletane, minacce non velate e insulti al limite della decenza.
Ho assistito personalmente a litigi epici con antipasto a base di “Composizione canora di Bestemmie” e portata principale degna di WWE Smackdown.
Il peggiore, il più infido degli abitanti del pontile. Dall’aria all’apparenza affabile, non è lì per pescare. Si avvicina a voi, attacca bottone gradevolmente, senza annoiarvi nè tediarvi. Si limita a qualche commento ma…sta registrando ogni cosa. Analizza esche, lancio, azione, la vostra postura, la vostra borsa delle esche e il sacchetto del pescato. Se scorge qualcosa di interessante, sfoggia la migliore delle sue poker face, vi saluta e si allontana.
Il giorno dopo troverete la vostra postazione occupata dai mille di Garibaldi, che stanno pescando esattamente come voi. Dove voi. Le cose che cercate voi.
E c’è anche lui.
Mi corre l’obbligo, sollecitato dalla vostra degnissima rassegna, di portare all’attenzione generale un’ulteriore e non ultima categoria di Tipo da Pontile: Il Professionista.
Il soggetto, comunemente definibile come ” individuo medio”, normalmente è di media statura, media età, mediamente stempiato ed altrettanto mediamente colto: eccelle unicamente nella passione che vi accomuna: la pesca.
Dotato della propria attrezzatura nella media frequenta con sistematica media temporale TUTTI i litorali della Regione ed è in grado di distinguere, nell’ordine:
– il tipo di pesce presente nel tratto antistante la battuta ascoltando il riverbero della battigia (stasera ci sono le ricciole in caccia….)
– la quantità di pesce presente nel medesimo specchio di mare (ghe sean doisento kili de mormore li sotto….)
– è in grado di snocciolare i dati statistici del pescato della zona degli ultimi 10 anni meglio di quanto faccia la Borsa di Milano con le principali valute estere
– qualsiasi tecnica, esca, attrezzatura, profondità, distanza di lancio, capo di abbigliamento indossato, ecc. ecc. voi abbiate o stiate usando Lui saprà come correggervi/consigliarvi elargendovi, a titolo magnanimamente gratuito, le proprie assolute ed inestimabili perle di esperienza.
P.S.
Non tentate di scrollarvelo di dosso fingendo di sposare le sue ragioni dato che, dotato anche di memoria media e dimenticandosi di quanto dispensato poco prima, otterreste solamente un’altro pippone gratuito basato sull’esatto contrario di quanto sostenuto fino ad allora.
Che Dio ce ne scampi….e calamari.