Sentiamo la ferrata. Recuperiamo. Iniziamo subito a capire. E ci chiediamo perchè. Ma chi o che cosa spinge i sugarelli ad intromettersi nelle nostre calate?
Spingitori di Sugarelli, su Elfishing Channel!
Wikipedia ce lo descrive così: “Il sugarello (Trachurus trachurus) è un pesce d’acqua marina della famiglia dei Carangidae. Si trova nell’Oceano Atlantico nord-orientale dall’Islanda al Senegal, comprese le isole del Capo Verde, nel Mar Mediterraneo e raramente nel Mar Nero.”
Hai capito ‘sti Bulgari?
“Si riunisce in grandi banchi nelle acque costiere, dove si nutre di crostacei, cefalopodi e altri pesci. I giovani si riuniscono in branchi sotto l’ombrello di grosse meduse (soprattutto delle specie Rhizostoma pulmo e Cothylorhiza tuberculata) sotto il quale trovano riparo e protezione senza alcun pericolo in quanto immuni dal veleno delle sue nematocisti. Anche altri giovani carangidi, ad esempio la ricciola, hanno lo stesso comportamento.”
Hai capito? neanche le meduse li avvelenano…
“Presenta una linea laterale accessoria estesa lungo quasi tutto il dorso, che è verde con vivaci iridescenze. la linea laterale è dotata di scutelli molto larghi. I fianchi sono argentei e ha una macchia nera sulla parte postero-superiore dell’opercolo e un’altra all’ascella delle pettorali. Le pinne dorsali sono grigie, quella anale e le ventrali biancastre, le pettorali e le ventrali grigio-verdognolo. È lungo normalmente circa 30 cm, ma alcuni esemplari raggiungono i 40 cm.”
Hai capito? 40 cm…. “Sugarelli Mannari”.
“Il sugarello è commestibile e può essere affumicato, fritto, salato e cotto. Ottimo al cartoccio.”
Hai capito? li mangiano pure…
E’ conosciuto nelle varie parti dello stivale con altri nomi: Sgombro bastardo, Sorello, Sugherello, Suro, Surro (Italiano); Suc, Cagnec, So, Soello, Sorello, Su (Liguria); Suro, Surro, Sarou, Surèlo (Veneto); Surèlo (Veneto); Suro, Surèlo, Contarini (Venezia G.); Suro, Sugarello, Sugherello, Pesce cavallo (Toscana); Sovre, Suro, Sciuro, Sugherello (Marche); Suro (Abruzzi); Sugarello, Squamuto (Lazio); Saurièllo, Savarièllo, Sauro, Savaro, Sula, Sulo (Campania); Fràule, Sàuro, Tràule, Traulicchie, Suvaro, Laciertu, Spicaluru (Puglie); Saurigghiàni, Sauru verace (Puglie); Saurigghiàni, Sauru verace (Calabria); Pisci sauru, Sauru, Sauri, Sareddu, Saurieddu (Sicilia); Sauru, Sauru lisciu, Savaru, Surellu (Sardegna).
Detta la parte scientifica, passiamo a quella che più ci riguarda. E’ una presenza costante nel nostro mare: grossi branchi presenti praticamente in ogni batimetrica, a partire dalle zone antistanti i vivai di Mitili e Torre Scola, fino alla fossa di Riomaggiore ad oltre -200m di profondità. Sembra essere leggermente meno presente nelle batimetriche 50-100m, dove lascia maggiore territorio a sgombri e lanzardi.
L’ecoscandaglio lo segnala solitamente in maniera inconfondibile, come una macchia informe e frastagliata composta da centinaia di individui, talvolta rasente il fondo, talvolta a mezz’acqua, specie se in attività.
E’ un predatore voracissimo ma che a sua volta è “preda” di grandi predatori, tra tutti tonni, ricciole, lecce e serra; per questo, il suo uso come esca viva è diffusissimo, e solo per questo concediamo il beneficio del dubbio per l’infermità mentale a chi ne fa una pesca mirata…
Per chi proprio non ne può fare a meno e si vuole cimentare nella pesca consigliamo di utilizzare un’attrezzatura molto leggera, vista la scarsissima resistenza che oppone, specie se di taglia piccola. E’ catturabile con moltissime tecniche di pesca, ma i migliori risultati si ottengono con i sabiki, terminali di origine giapponese composti da 4/6 braccioli armati con ami di media dimensione e coperti da una piumetta iridescente. Calati con un piombo, o meglio con un metal jig molto riflettente, all’interno di un branco e animati molto lentamente consentono anche catture multiple.
Nei momenti di frenesia, attaccano anche esche di superficie trainate a velocità moderata (4 nodi o meno), specie se leggermente affondate (con una scarpetta o piombo scorrevole), con particolare predilezione per piumette, piccolissimi kona e cucchiaini martellati.
Reagiscono molto anche sui metal jig da casting, suscitando le ire di chi (come noi Elfi) cerca prede più nobili e si trova sistematicamente assalito da questi piccoli e viscidissimi squaletti del sottocosta.
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