Sogno di mezz’estate

L’ultima avventura del nostro comandante: una gita solitaria, una domenica di luglio. Un avversario speciale, da sogno, in una giornata ambientalmente complicata, tra caldo e bagnanti. Ma se questo articolo si trova nella sezione “Muro del Pianto”, un’idea su chi abbia vinto potete farvela… Lacrime amare, su elfishing.it!

Io non ce l’ho con nessuno, ma con chi da nomi stupidi alle perturbazioni, agli anticicloni, si.

Ora ‘sta botta di caldo mi pare l’abbiano chiamata Caronte, Averno, Ade, Nasturzio, Olindo boh non mi ricordo, mi stanno sulle balle lo stesso.

Sto rimuginando ‘ste boiate nel letto, sudato, io non sudo mai e mi piace il caldo, e un po’ mi scoccia ammettere che sto tribolando, sono le prime ore della mattina, diciamo le 0530 e mi addormento di colpo.

E sogno.

 

Un divano, di finta pelle, di sky, io sono li sudato, mi giro, alle mie spalle un acquario enorme.

Dentro, insieme ai pesci colorati, una ricciola, esagerata.

Riempie tutto l’acquario, sarà 50 chili, mangia i pesci neon come fossero pistacchi.

Penso che tutto sommato le ricciole predano anche in acqua bassa e su pesci minuscoli.

La ricciola dà una musata al vetro che si apre, l’acqua resta dentro, il pescione apre la porta e se ne va.

Mi sveglio più sudato di prima.

Esco in barca facendo finta di niente, la scusa è che devo aspettare il risveglio della mia augusta moglie per una giornata di bagnetti e letture varie ormeggiati in Palmaria.

Trotterello fuori dal porto e calo i due affondatori idrodinamici, si sta alzando un’ondina da sud alquanto fastidiosa ma non me ne curo.

Porto a spasso un gran pescatore e un’unghietta yamashita che mietono sugarelli come una falce il grano, li fiondo con nonchalance nella vasca del vivo.

Rientro verso il porto, saranno le 1030, sempre con gli affondatori giù, inizia la sarabanda delle uscite domenicali, un maelstrom di barche mi si avventa contro ma io non mollo, prendo onde da tutte le parti, appoggio un po’ verso la dighetta e salpo l’ennesimo sugarello.

Che non è solo.

Si materializza dal nulla un animale mostruoso, non la ricciola del sogno, ma una leccia colossale che pare interessata ad ipnotizzare il sugarello prima di strapparmi tutto dalle mani.

A 10 metri da riva domenica 28 luglio  in piena tangenziale….

Poi ci ripensa e se ne va.

Salpo il sugarello terrorizzato e mi fiondo in cabina, tiro fuori la fida canna da jig modificata con mulinello a bobina fissa che uso per la traina con il vivo.

Scelgo un sugarello bello nero e bello grosso, lo innesco di volata ed inizio a calare.

Ho 16 bracciate di fluorocarbon prima che inizi il trecciato, non arrivo a undici, il pescetto comincia  a scappare, ma meschino, non ce la fa.

Memore di antiche cazzate (clicca sul link per rileggerne una…) mollo la lenza ed apro la frizione che fischia, oh si che fischia.

Sento la voce del Maestro che nella testa mi dice “Conta lentamente fino a sette prima di ferrare”.

Io conto, ma mi si avventano contro due barche di simpatici gitanti piene  di palette, bambini e gonfiabili, mi pare di scorgere a bordo anche un bazooka ad acqua.

Il mostro si dirige allegramente sotto la prima barca e ferro.

Il resto lo immaginate, lo sapete, se mi conoscete non potete aver dubbi.

Rimarrà ora e per sempre.

Un sogno.

Il Polpo
Comandante di questa manica di sciamannati, classe 1966, pesca dalla veneranda età di 4 anni. Pesca pazza e disperatissima, citando studi di leopardiana memoria. Ha sperimentato tutte le tecniche di pesca meno la mosca e le bombe (non che siano assimilabili ma tant’è…), provando tanto e riuscendo in poco, grazie al perverso gusto di rimanere sempre affascinato dalla tecnica sconosciuta ai più, tralasciando quella più catturante. Ama in particolare la pesca con gli artificiali, che presuppone impegno, costanza e conoscenza... Ama ancor più inseguire i gabbiani, spesso inutilmente, perdendo completamente il controllo davanti ad una mangianza. In sintesi estrema, ama il mare con tutto sè stesso. Unica pecca: come perfetta nemesi dell'Inge, odia i cefalopodi , se non in cucina, e per questo loro lo cercano in continuazione...da cui il nome di battaglia.

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