15 giorni 18 ore 36 minuti……
Troppo.
“Cheeeeeeeeef, senti, io lunedì prendo un giorno a tradimento, mi insegni a driftare?”
“Volentieri, ma non c’è una mazza!”
“E’ uguale, ci vediamo al Mirabello. Le sarde ci sono”
“Ok alle 6 va bene”
E vaiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii, per una volta mollo gli amati artificiali per un’esperienza nuova, voglio imparare qualcosa di diverso ed il pensiero di sentire il cicalone del Tiagra che ruggisce mi fa rizzare il pelo sul collo. L’altra volta ero stato io a cercare di insegnare qualcosa a Mario (clicca per rileggere), su quelle strane plastichine che piacciono tanto a noi Elfi… questa volta no, solo sarde e tanta voglia di imparare!
Mi sveglio ovviamente con un anticipo imbarazzante, colazione ed inforco il motorino.
Copro i pochi chilometri fra Lerici e La Spezia in un lampo e cerco quello che cerchi normalmente alle 5 del mattino.
Un forno aperto ed un baretto per far colazione una seconda volta.
Ecco, diciamo che l’idea romantica del fornaio pallido ed infarinato della mia infanzia si infrange sullo scoglio dell’evidenza.
I fornai sono estinti, i baristi sono pigri, porca puttana ma cosa mangiamo a pranzo?
Trovo un postibolo aperto, il caffè è buono, porto via 4 paste che sembrano decenti, quelle alla mela hanno un buon odore di cannella.
Passeggio nervoso sulla banchina mentre il chiarore dell’alba svela il profilo delle Apuane, non si alza la brezza da nord che inizia abitualmente il giorno, mi sa che farà un caldo epico.
Arriva Mario con la Peugeot strapiena di attrezzatura, sembra il gonnellino di Eta Beta.
Estrae velocementre 7 canne, due casse di sarde, un mare di altra roba misteriosa che buttiamo a bordo in tutta fretta.
Ci fiondiamo fuori dal porto ululando come i tigrotti di Mompracem.
Lo Chef mi abbaglia con l’autopilota appena riparato, sembriamo due bambini scemi che pigiano i tasti della playstation.
Arriviamo sulla posta sugarelli non prima di aver lasciato un obolo impressionante al benzinaio maledetto.
Un sabiki e un mucho lucir ci fanno perdere pochi minuti, vasca del vivo piena.
Tormento Mario con le mie domande, cerco di apprendere il più possibile, nel frattempo iniziamo a tagliar sarde a pezzetti, mi sa che sono solo le prime…….
Scegliamo la posta con cura, c’è un’altra barca a un miglio, il resto deserto….mi sa che non è un gran segno…comunque…..procediamo con una strisciata di pastura e ancoriamo la barca, la prima canna armata con un’alaccia vola in acqua immediatamente e iniziamo a predisporre le altre.
Ora devo dire che una persona normale metterebbe in pesca 4 canne, uno bravo 6, solo un pazzo 7, Mario si lamenta di aver lasciato a casa l’ottava…….
E’ una macchina da guerra, cala secondo schemi misteriosi, mi affascina particolarmente la teoria dalla “Canna a Cazzo” che diventa immediatamente la mia preferita, io taglio sarde, pasturazione normale, appena sparisce alla vista la prima ne taglio un’altra, e qui capiamo di avere un problema.
Grosso.
Le sarde vengono colte da un correntone spaventoso che le tiene a galla, spariscono in un lampo dalla visuale e non affondano un belino.
Mario allunga le canne in maniera sproporzionata, le bottiglie quasi spariscono dalla nostra vista, colgo nei sui occhi la certezza che non prenderemo una mazza, faccio finta di nulla, lui simula ottimismo.
Inizia il cazzeggio estremo, mi svela tutti i segreti della pasturazione che non trapeleranno dalla mia bocca nemmeno sotto tortura, elaboriamo una teoria seconda la quale in Gorgona stanno prendendo tonni a iosa grazie alla pasturazione fatta da noi alle 5 terre….e a ‘sto correntone di merda….
Alle 9 siamo sudati marci e sono vagamente ricoperto da olio di sarda, decidiamo per il bagnetto, che si rivela uno sport estremo.
Mi calo in acqua con una cima in mano e vengo sparato verso il nulla, risalire non è mica tanto semplice, il cappotto diventa una certezza.
Con il sorriso ne prendiamo coscienza e Mario tira fuori trucchi di pasturazione estrema, tanto per non lasciare nulla di intentato.
La cannetta a bolentino non la vuoi buttare?
Ma si dai……in fondo con trecento metri di filo fuori il fondo riusciamo a toccarlo.
Caldo
Afa
Cazzate in allegria
Tuffo
Arriviamo velocemente all’ora di pranzo e ci fiondiamo sulle paste che nonostante le papille obnubilate dal caldo sanno di….
Iniziamo una disquisizione culinario filosofica sull’accostamento fra mela cannella e sarda arrivando alla conclusione che l’astice è meglio.
Il correntone si è divorato le due casse in un lampo, ritiriamo le canne dall’acqua , il sugarello innescato sulla più lontana è in forma smagliante, Mario si scusa con lui per la mattinata di merda che gli abbiamo fatto passare e lo libera.
Torniamo al porto comunque contenti giocando di nuovo con l’autopilota, l’accostata automatica a 90° è veramente divertente……..
Grazie Chef per la giornata meravigliosa e per i segreti che resteranno tali.
E poi…..settembre si avvicina!
Augh!
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