E uno pensa….Quasi quasi vado fino a Bonassola a prender due aguglie.
Nasce da un idea così…di basso profilo…il trauma che segna ancora oggi la vita di un uomo. Ma andiamo con ordine.
La fine della prima estate “piena” di spinning del Peve, tra colossali cappotti, ricerca, curiosità e mille domande all’Inge, non accenna a far calare l’ansia da prestazione del malcapitato novellino. Complice un meteo che dopo il pessimo luglio (passato a Courmayeur a guardare una vasca dove si allevano storioni ed immaginando mandrie di sugarelli mannari che fanno scempio di marmotte sulle roccaforti del Mont Blanc) offre giornate di caldo e mare calmo, dando un’occhiata ad una carta nautica il malcapitato elabora un equazione ahimè fatale.
“Davanti agli scogli di Bonassola il fondale scende vertiginosamente….potrebbe essere interessante” . Ovviamente la scarsa dimestichezza, un attrezzatura ancora approssimativa e l’esperienza che latita non fanno che pragmaticamente delimitare le velleità. ” Un boldo….una matassina…ma giusto per provare a due aguglie.”
La discesa sugli scogli non è la più agevole, ma il panorama ripaga parecchio: Il mare che diventa subito blu e la Milf adagiata con interdentale infrachiappa a giusto corollario lasciano subito dopo, purtroppo, lo spazio alle constatazioni amare: scogliera con molti bagnanti, barche che strusciano i parabordi sugli scogli quasi cercassero non un ormeggio ma un parcheggio.
E’ alta stagione…che ci vuoi fare.
Cerca un posto dove la scogliera è bassa, dove la linea della costa crea un piccolo “fiordo”, con all’imboccatura una roccia affiorante dove la schiuma la fa da padrona. A legger sull’internet sembra una scenografia costruita a puntino. Di aguglie nemmeno l’ombra a portata di “tiro”. Solo la sera tornando verso il parcheggio le noterà, molto al largo, inseguite da qualcosa di rostrato mooolto più grande di loro.
Aspettando che il materassino con due bimbiminchia lasciasse lo specchio d’acqua antistante, il nostro mette su un cucchiaino comprato al Decathlon. Così, come dicevamo, senza grandi velleità. Dopotutto le premesse erano altre. La Milf prende la tintarella di schiena, l’occhio cade sempre li quando si gira per lanciare…mah.
Dopo tre quattro lanci, l’attenzione cade su un paio di tonfi in acqua provenienti dalla punta vicina. Per un attimo la sagoma di un pinnuto entra nel campo visivo. “Che sarà mai?” -pensa l’ingenuo- e rifionda lontano il cucchiaino col caratteristico schema canna dietro, occhio alla Milf, lancio.
Quasi ultimato il recupero, con jerkate e stoppate, proprio in prossimità di uno scoglio affiorante lo schianto. La Shimano nexave si piega in maniera impressionante. Il nostro risponde da par suo, pur sorpreso da tanta violenza. La frizione canta pochissimo vicino a quello scoglio perche “la cosa” punta dritta a velocità folle verso il malcapitato che cerca di recuperare il più veloce possibile. Lo schianto contro lo scoglio dell’animale lo sente netto nella canna. Nei suoi ricordi addirittura giurerebbe di aver sentito tremare la roccia sotto i piedi. Poi il delirio.
Nel piccolo fiordo salta, nello splendore del technicolor, una lampuga di un buon metro. La Milf strilla -e il nostro non ha neanche il tempo di riflettere sul fatto che farla strillare sarebbe stato un buon risultato per la giornata- altri bagnanti a voce alta commentano. Il variopinto pinnuto è praticamente svenuto…. a mezzo metro dal bagnasciuga. Il guadino, ovviamente, è chiuso e il Peve decide il tutto per tutto, trascinando la lampuga sullo scoglio. E’ a terra. Si china per agguantarla. In quel momento con una codata si slama, il secondo stadio della canna si stacca, in una frazione di secondo prende il largo lasciando il nostro allibito, una canna divisa a metà in mano.
Si gira verso la Milf, che ha entrambe le mani davanti alla bocca. Probabilmente lei dice qualcosa (che non viene ne capita ne tanto meno memorizzata, a differenza dei capezzoli). Due bagnanti escono dall’acqua mentre lo stordito rimonta la canna. “abbiamo trovato questo, se le interessa” “grazie” risponde ricevendo dalle mani di uno di loro un galleggiante.
E’ ancora intontito quando un branco di piccoli pesci foraggio cerca rifugio sulla terraferma inseguito da due lampughe, decisamente più piccole, fino a riva.
Piano piano riprende possesso delle facoltà psicomotorie ed inizia a lanciare disperatamente in ogni direzione, ma niente.
Passerà altre giornate su quello scoglio, provando ogni genere di artificiale, vedendo le lampughe (mai però della taglia del “mostro”) che inseguono mommotti, proQ, mucho lucir, popper Abu e quant’altro scagliato a mare prima di fare dietro front e risparire negli abissi. Quello spot regalerà al nostro due barracuda di una cinquantina di cm, nei giorni a seguire, e nulla più.
Della lampuga, più nessuna traccia.
E neanche della Milf, taccisua!
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