Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi
ha già troppi impegni per calar le lenze in altri paraggi,
giovin driftaro canta la canzone antica dell’alaccia
quello che ancor non sai tu lo imparerai solo qui tra le mie braccia.
E se alla sua età gli difetterà la competenza
presto affinerà le capacità con l’esperienza
dove sono andati i tempi di una volta per il sardone
quando ci voleva per fare lo strike anche un po’ di vocazione.
Una gamba qua, una gamba là, gonfi del Pino
quattro disgraziati mezzo avvelenati fan capolino
li troverai là, col tempo che fa, estate e inverno
a stratracannare a stramaledire, i pesci, L’Inge ed il governo.
Loro cercan là, la felicità dietro a un scoglio
per dimenticare ‘sto cappotto infame con orgoglio
ci sarà allegria anche in agonia col vento forte
porteran sul viso l’ombra di un sorriso tra le trame della sorte.
Giovane Ingegnere cosa vai cercando in quel canalone
forse quello che solo ti può dare una lezione
quello che di giorno chiami con disprezzo totano infame
quello che di notte stabilisce il prezzo alle tue brame.
Tu lo cercherai, tu lo invocherai più di una notte
ti alzerai disfatto rimandando tutto al ventisette
quando incasserai dilapiderai mezzo stipendio
diecimila euro per sentirti dire tataki egi cibi e via dicendo .
Se ti inoltrerai lungo le calate dei vecchi moli
In quell’aria spessa carica di sale, gonfia di odori
lì ci troverai i pazzi i pescatori e il tipo strano
quello che ha giocato troppo con un grongo perdendoci una mano
Se tu penserai, se giudicherai
da buon borghese
li condannerai a cinquemila anni più le spese
ma se capirai, se li cercherai fino in fondo
se non sono gigli son pur sempre figli
vittime di questo mondo.
Care mogli, compagne, compagni, perdonateci…abbiate pazienza, in fondo siamo innocui….
E’ a voi che va dedicato il miglior augurio di Natale possibile.
Ciao Gianni…saluta Fabrizio lassù e chiedigli scusa per questa mia….
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