Gambe di legno, storia di un guerriero Cheyenne

Gambe di legno, storia di un guerriero Cheyenne

E’ il titolo di un libro che mi ha fatto molta compagnia durante l’infanzia.

Cosa mi è rimasto di quelle storie incredibili, di quel mondo scomparso?

La cultura e l’orgoglio di popolo fiero, l’odio tra le tribù, i riti di iniziazione e lo sciamanesimo, gli spazi infiniti e le corse sui Pony, il coltello affilato da una parte sola usato per togliere e per dare una vita, il declino e la fine affogati nel sangue , una mano guantata , una giubba azzurrina, una freccia che vola a far sanguinare il vento (De Andrè non me ne volere..)?

Le gambe di legno.

Partenza prima dell’alba con equipaggio di elite per la pesca al tonno, con la scusa della barca in panne ho obbligato Mario a scorazzarmi in giro, assistente fedele nel lavoro e nella pesca il giovane Nik supporta il Grizzly nello stivare la barca di canne e di sarde.

Il capo è fiducioso, ha catturato bene nelle ultime uscite e allegri planiamo verso la meta.

Oddio planiamo……

Prendiamo delle belle masconate, le previsioni parlavano di 60 cm d’onda ma mi pare che qui siamo più vicini al metro…

I sugarelli sono nani ma riempiamo comunque la capiente vasca di Mario e via verso un ancoraggio sicuro!

Insomma…….

Arriviamo in zona e facciamo le canoniche operazioni di pasturazione preventiva, una bella strisciata con lampadinona finale, giù l’ancora e caliamo la “canna a cazzo” che di solito da grandi soddisfazioni, però…..

Ariamo come un contadino della bassa padana, non riusciamo a stare sul punto e volano moccoli irripetibili.

Nel frattempo il Diavolo, ancorato li vicino fa fischiare di già un mulinello, grunt, grunt.

Ripetiamo l’ancoraggio, niente da fare, scodinzoliamo come un labrador femmina.

Ovviamente a salpare l’ancora si è posizionato il Nik, il più mingherlino dei tre, che fa valere la giovane età ma al terzo tentativo ci manda finalmente a cagare.

Lo pasturo con un po’ di focaccia unta e si calma.

Finalmente in pesca.

Dopo tre ore dalla partenza….buoni auspici.

Non posso fare a meno di notare la palese inadeguatezza della mia attrezzatura quando guardo le meraviglie che schiera Mario…..c’è un campionario di canne meraviglioso tra cui spiccano due Artico nuove color gomma da masticare biascicata, il resto sembra un concessionario del Tiagra 50w, mi pare che ci si trovi benino con ‘sto mulinello.

9 canne in pesca tutte calate alle quote segrete…. Corrente poca che va verso Genova, Mario da chiare disposizioni circa la pasturazione, sfoggia dei marker per le canne con lo stesso colore della bottiglia…preziosismo commovente, e si applica nel primo rito propiziatorio.

Butta un giaccone invernale a pagliolo, ci si tuffa sopra ed inizia a russare come un facocero.

Nik esegue le istruzioni ed io di soppiatto sfodero una cannina da jig e calo furtivo sul fondo un tenya alla ricerca di un nasello.

Il fatto di russare non impedisce a Mario di cazziarci ritmicamente quando smettiamo di pasturare o di rispondere al telefono, deve essere una forma di ipnosi, mah….

Nik si appisola con la testa incastrata nel roll bar io pasturo di destra e jiggo di sinistro, l’onda lunga ci sta massacrando ossa e zebedei.

Mario scatta in piedi come una molla e comincia a far casino, secondo rito propiziatorio, io incanno qualcosa sul fondo e comincio il recupero da -200.

E’ grossotto, nulla di che ma mi impegna, finalmente si palesa un nasellone abbondantemente sopra il chilo che viene schienato a pagliolo e velocemente fotografato.

 

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Nik osserva lo scandaglio e dichiara tonno sui 50 mt, il nostro sciamano Mario da fondo a tutte le macumbe possibili e dopo tre minuti scarsi guarda sorridente verso poppa e dichiara “Eccoci”.

Io non capisco e calo di nuovo il tenya, il tonno Cheyenne fa il bravo e parte piano, evitando accuratamente di incasinare le atre otto canne ma rimane impigliato nella mia….

Mario con aplomb inglese sgroviglia il casino ed urla a Nik “Vestiti”.

Lui si vestirebbe anche ma la bellissima cintura Black Magic è regolata per le dimensioni di Mario, che potrebbe essere tranquillamente la custodia del giovane virgulto.

“Polpo vestiti”

Eccheccazzo, mi aveva stancato il nasello chissà ora….mi imbragano e mi incastrano la canna nel gambale e Cheyenne finalmente si incazza e fa ruggire il Tiagra.

Cerco disperatamente di rimanere in piedi, io sta roba non l’ho mai usata, il mare e il viscido del nasello in coperta non aiutano.

Mario cerca di farmi accendere la Gopro, io armeggio un po’ con l’unico risultato di fotografarmi il doppiomento, la tiro a Mario.

Finalmente capisco come funziona l’imbragatura, devo piegare le gambe che ho notoriamente inchiodate, comincio ad abbassare il culo ritmicamente verso i talloni con risultati orrendi.

Mario sentenzia “E’ il più brutto combattimento di sempre”, come dargli torto…….

Nel frattempo la videocamera si accende autonomamente e, purtroppo per me, immortaliamo per sempre gli ultimi 5 minuti di rissa con Cheyenne.

Che è bellissimo e si fa rilasciare velocemente, sparendo nel blu, come una freccia nel vento.

Lui Guerriero Cheyenne.

Io Gambe di Legno.

Augh…

 

Guardatevi il video…e ringraziamenti speciali, oltre che all’equipaggio, alla Nonna di Nik che ci ha rifornito di frutta fresca dell’orto che ricordava sapori ormai perduti.

Mario, mangiala via via una pesca…..

 

 

Il Polpo
Comandante di questa manica di sciamannati, classe 1966, pesca dalla veneranda età di 4 anni. Pesca pazza e disperatissima, citando studi di leopardiana memoria. Ha sperimentato tutte le tecniche di pesca meno la mosca e le bombe (non che siano assimilabili ma tant’è…), provando tanto e riuscendo in poco, grazie al perverso gusto di rimanere sempre affascinato dalla tecnica sconosciuta ai più, tralasciando quella più catturante. Ama in particolare la pesca con gli artificiali, che presuppone impegno, costanza e conoscenza... Ama ancor più inseguire i gabbiani, spesso inutilmente, perdendo completamente il controllo davanti ad una mangianza. In sintesi estrema, ama il mare con tutto sè stesso. Unica pecca: come perfetta nemesi dell'Inge, odia i cefalopodi , se non in cucina, e per questo loro lo cercano in continuazione...da cui il nome di battaglia.

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