Ovviamente non ci riferiamo al simpatico animale domestico, ma ad un meno amichevole predatore delle profondità, squalo al 100% seppur in “miniatura”.
Scopriamolo meglio…
Nome di battesimo Scyliorhinus canicula, per gli amici Gattuccio. Ma uno squalo, seppur tascabile, di amici ne ha pochi.
Si nutre di crostacei, polpi, molluschi e vermi, vivendo sempre a contatto con il fondale, a profondità medie e basse, dai 10 ai 400 metri circa. Date le sue abitudine prevalentemente notturne è piuttosto difficile incontrarlo per noi pescasportivi, pur essendo un pesce piuttosto diffuso nel nostro mare. Noi lo abbiamo incontrato durante una pescata a Tenya di profondità sui 150 metri circa innescando una sarda, che pur non essendo tra le sue prede principali ne ha stimolato l’olfatto…e ne ha provocato la cattura.
Se vi capitasse di incontrarlo in una delle vostre battute di pesca, vi suggeriamo di:
– Fare molta attenzione alle mani!!! Pur essendo piccino (raggiunge al massimo il metro di lunghezza, ma normalmente si ferma sui 60 cm) il gattuccio ha una formidabile dentatura e una notevole forza, che gli consente di girare la testa durante la slamatura, attentando alle vostre mani. E non deve essere particolarmente piacevole trovarselo attaccato ad una mano. Chiedere al nostro comandante, che ha fatto giusto in tempo a levare il dito prima di essere addentato….
– Rilasciarlo! Pur essendo ancora abbastanza diffuso nei nostri mari, il gattuccio è comunque un predatore piuttosto delicato, che rischia (come tutti gli squali) l’estinzione o comunque la consistente riduzione del numero. Non è particolarmente ricercato sulla tavola, ad eccezione che in Sardegna (dove viene utilizzato per preparare un antipasto molto saporito, chiamato Burrida), per cui è sempre preferibile, specie se di piccole dimensioni come il nostro, restituirlo al suo mare.
Il gattuccio ha anche un “cugino”, lo Scyliorhinus stellaris, per gli amici “Gattuccio Maggiore o Gattopardo” . Anche in questo caso parliamo di uno squalo di dimensioni ridotte, seppur maggiori rispetto a quelle del gattuccio (fino a 150 cm) che non esita a mangiarsi anche i “cuginetti” che gli passino a tiro.
E’ una specie più rara, per la protezione della quale è stato anche attivato un progetto mirato alla identificazione e monitoraggio delle sue uova, denominato “Hai visto un uovo di gattuccio?” (clicca per andare sul sito); del progetto ci eravamo già occupati tempo fa, grazie ad un articolo segnalatoci da Leonardo D’Imporzano.
Le due specie sono piuttosto simili, anche provando a confrontarle secondo quanto descritto in questo articolo.
Noi, che fosse gattuccio o gattopardo, l’abbiamo rilasciato comunque! 😉