Una macchia marrone sotto il pelo dell’acqua. Il battito del pescatore, di norma, ha già aumentato i giri a questo punto.
Quanto basta per armare una canna, un bel metal jig, e siamo pronti. Se l’obiettivo è un pò di sana pesca ai pelagici, si vive di istanti e fugaci visioni.
La barca si avvicina, sorniona, per attirare sotto di sè il branco, senza allarmare chi ci sta sotto.
Folle, motore spento, giù l’esca. Una calata, e il pesce è in canna. Da manuale.
Strano.
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Il predatore, e neanche piccolo, è quello che ritenevamo predato.
Cose che succedono quando a comportarsi come acciughe sono pesci da quasi un chilo e che, con le canoniche baitball, ma anche con spinning e i jig, hanno veramente poco a che spartire…
O almeno cosi avevamo sempre creduto fino ad oggi.
Che i Maya avessero ragione?
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