Premetto che alla fine dell’articolo, capirete il titolo….
Premetto che dopo lo splendido racconto del Polpo, il mio sarà solo un’ombra…
Premetto che qualcuno di voi riderà…
Premetto che se vi vedessi ridere, vi strapperei gli orecchi a morsi…
Premetto che ora è meglio se avvio a scrivere sennò vi sfascio gli zebedei….
Finalmente si parte per due settimane di vacanza con signora, tenda, kayak e attrezzatura da pesca.
Destinazione, Nord ovest della Corsica, parte Nord del golfo di Porto e parte sud del golfo della Girolata, per iniziare. Poi si girerà……….. così pensavo………… che ingenuo.
La Corsica è veramente splendida, il campeggio pure, il mare anche. Sono partito col kayak sul portapacchi perché mi è sembrata l’opzione più semplice…… così pensavo…… che ingenuo.
In effetti trovare barche a noleggio là è difficile e molto dispendioso, mentre i fondali sono interessanti già a pochi metri da riva. Intendo dire che io i dentici in 10 metri d’acqua a fare snorkeling non li avevo mai visti trannè lì, maledetti francesi.
Dopo questa visione sono già carico a molla. Comincio ad organizzare l’uscita del giorno dopo.
Primo problema: la strada per arrivare col kayak vicino all’acqua è quantomeno amena, più adatta a un mulo o alle pecore che alla mia Lancia Lybra.. ma piano piano ce la facciamo.
Secondo problemino: ora che sono qui, come porto il kayak di 4 metri e circa 40 chili, giù per i 50 metri di scogliera che mi separano dall’acqua? Dopo aver deciso che farlo volare di sotto non era un opzione considerabile, propendo per l’opzione spalla… sapete… c’ho il fisico…
Non so come descrivervi la discesa.. Ma sotto gli occhi increduli della mia signora, mi si è manifestato il quarto cerchio dell’inferno e ho visto avari e prodighi intorno a me anche loro intenti a spingere il loro masso in eterno…. Ed era solo la discesa.
Svanita questa apparizione, arrivo all’acqua e mentre la signora si arrostisce, io preparo tutto il kayak con attrezzatura da spinning e inchiku.
Tira un maestrale maledetto.. ma esco lo stesso.
L’ora e mezzo circa che passo fuori, prima di dover rientrare risulta fruttuosa. Pattuglio ad inchiku la fascia dei 30 metri e prendo qualche tracinone calssico che slamo con non poca fatica visto che sono ignudo come un verme e ho una paura tremenda di quel loro pungiglione.
Trovo poi una conformazione rocciosa che risale dalla sabbia e qui cominciano le sorprese: tanutona. pagello. pagello
BOOOOOOIA!! NON SONO IO!!! Non ho mai preso tanti pesci tutti insieme ad inchiku… che bella la Corsica… così pensavo… che ingenuo…
Proseguo la pescata che concludo in maniera egregia: su una calata, il filo in bobina ha un’accelerazione improvvisa, fermo il filo col pollice, ferro e un dentice sui 2 chili e mezzo viene a galla dopo qualche minuto di interessante combattimento.
Sono al settimo cielo e decido di rientrare.
“Amore guarda bello!! Stasera si mangia!! Oh, domani si torna qui.. Il kayak lo lascio almeno domani è già qua… Ma non perché non ce la faccio a riportarlo su, eh!!”
Serata interessante tra vinello bianco corso e dentice… che pesce meraviglioso… che vacanza splendida.. così pensavo.. che ingenuo…
Secondo giorno.. Torniamo giù dalla mulattiera con la Lancia Mul.. Lybra e raggiungiamo la spiaggia. Il kayak c’è ancora.
Riallestisco tutto e riparto. Trovo uno scalino interessante sui 35 metri.. Tira ancora un vento mostruoso, riesco male a stare sul punto, ma ad ogni calata viene su un pagellotto sui 600 grammi.
Dopo due trattenuti per la cena, rilascio tutti gli altri e provo a perlustrare nuove poste.
Faccio strage di Perchie per due ore (maledetti pesci inutili) poi su una virata, con il vento che mi colpisce di lato ho una spiacevolissima sensazione. Sono terribilmente instabile.
Capisco cosa sta succedendo troppo tardi.. E gli eventi si susseguono velocissimi.
Mi volto e vedo la poppa del kayak quasi al livello dell’acqua.. Ma acqua nel kayak non ce n’è. Se non è fuori, non può altro e che essere dentro.
Cerco di dirigermi il più velocemente possibile verso terra, sarò circa a un miglio e mezzo, nella foga mi dimentico di fissare la canna da inchiku al kayak in maniera salda.
Cronaca di una tragedia annunciata…
A circa metà percorso, un onda di maestrale più alta mi colpisce e il kayak si ribalta.
Con fatica riesco a rigirarlo.. E’ pesantissimo, si è letteralmente riempito d’acqua e il problema maggiore è che non riesco a rimontare sopra proprio per colpa dell’acqua all’interno.
Rimane una sola soluzione oltre alla morte…. Mi metto il culo del kayak a mo di tavoletta sotto le braccia e comincio a battere i piedini.
Auguro a tutti quelli di voi che stanno ridendo, di dover nuotare un chilometro e più con un kayak di 4 metri da spingere e un maestrale mostruoso.
Oltretutto becco e bastonato mi piglio pure le infamate della signora, che pensava fossi morto quando ha visto il kayak avvicinarsi da solo alla riva.
Ora potrei spiegarvi che quello è stato l’ultimo giorno di pesca perché il kayak si era bucato.. o perché la canna da inchiku giace sul fondo del mare corso.. o ancora descrivervi la risalita dalla scogliera col kayak in spalla.. o addirittura raccontarvi di come non abbia potuto più usare la macchina perché si era rotta.. o dirvi di come l’ho aggiustata da solo con un amico meccanico al telefono, giusto per tornare a casa…
Ma sono incazzato, cinghiale e toscano.. In più mi girano a duemila, quindi non vi racconto altro!
Alla prossima..
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