Ascolta senza vociare il silenzio del mare.
Quest’ansia che ti prende quando la solitudine ti avvolge, forse preso da frastuoni solo dentro la testa.
Non dire una parola.
Concentra l’udito e impara ad estrarre i suoni, ovattando i rumori infernali, relegandoli altrove.
Allora, anche nel mare più calmo, potrai distinguere il leggero sfiorare dell’onda sulla chiglia, e il guizzo di un sugarello a pelo d’acqua così come il doppio richiamo uscire dal becco di una berta in volo, di cui il secondo, a rintocco, pare essere un eco.
La risacca costiera più lontano…. ora sei in grado di sentirla.
Potrai distinguere il sibilo leggero del vento quando increspa l’onda.
Non esistono in natura silenzi assoluti, solo suoni che non si sa più ascoltare perché se ne ha perso memoria. Neanche nel buio siderale c’è un vero vuoto ma un universo di luci solo apparentemente inghiottite e una musica cosmica che esiste nonostante le nostre facoltà limitate.
Per cui non temere ciò che apparentemente non ha voce….. siedi qui…. accanto a me, getta la lenza e beviamo una birra attendendo che anche il profondo ci ricordi che non siamo soli. Che non tutti i rumori sono ineludibili, non tutti i silenzi forzatamente assenze.
Taci. O chiuderò quella tua bocca con un bacio.
Male che vada ti distrarrai col sapore del sale.
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