Leonardo D’Imporzano con Donatella Bianchi per “Linea Blu”
Elfishing presenta una breve intervista ad un grande amico, Leonardo D’Imporzano, giornalista, apneista e soprattutto grande amante del mare e del nostro elfico territorio.
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Leonardo, una volta tanto passi da intervistatore ad intervistato…
Si e mi trovo un po’ a disagio in questa posizione! Soprattutto perché rispetto a quello che sembra, sono molto timido e riservato! Preferisco ascoltare che parlare, e soprattutto non di me.
Facciamo un’eccezione e parlaci di quando è stata la prima volta che hai indossato una maschera.
Ha ha ha!! La mia domanda classica! È stato a Manarola, nelle Cinque Terre, dove sono praticamente cresciuto. Anche se i ricordi più vivi li ho legati alla prima volta che sono stato a Pantelleria, intorno ai 9 anni, lì ho visto l’esplosione dei colori, della vita, che fino ad allora avevo solo visto nell’enciclopedia di Cousteau.
E come nasce questa tua passione per il mare?
Sono sempre stato legato al mare. Una sorta di imprinting. Abitando tra Lerici e le Cinque Terre non poteva essere differente. I miei genitori sono entrambi ottimi nuotatori per cui è stato naturale il contatto per me e mio fratello con l’acqua salata fin dai primi mesi di vita.
Di inverno abbiamo sempre fatto nuoto agonistico e durante i lunghi allenamenti macinavo anche tratti in apnea per rompere la routine. Ricordo che a 8 anni chiudevo agevolmente 25 metri senza pinne!
Cos’è per te l’apnea? Quali emozioni ti dona?
Lo spazio tra un respiro e l’altro che si dilata in maniera variabile. È difficile dire cosa mi dona, sicuramente armonia e benessere.
E il tuo rapporto con la subacquea con le bombole?
Mi piace e cerco sempre di dividere equamente il tempo tra l’apnea e le bombole, anche se ciò non sempre è facile. Manca il tempo. Sempre.
Dove ti piace immergerti con le bombole?
Egadi e Pantelleria, sono luoghi davvero magici ed ovviamente anche i fondali di casa…
Sei presente nel settore subacqueo in molteplici vesti, dal ricercatore al giornalista, possiamo definirti un uomo “multi-tasking”.
Troppo buono. Penso che tutto ciò dimostri quanto ami quest’ambiente. Anche se ho sempre paura di fare troppo e talvolta male.
Due libri all’attivo..
Quasi tre, uno è un e-book che uscirà fra qualche settimana il cui nome è ancora “top secret”, uno pubblicato con IRECO, “L’Orecchio del Subacqueo” e l’ultimo “Le Cinque Terre con le pinne” edito da Magenes.
Quest’ultimo è stato presentato anche all’interno della nota trasmissione “Linea Blu” con la nostra conterranea Donatella Bianchi con un buon riscontro, giusto?
Già. È stato un grandissimo onore e ringrazio ancora Donatella per avermi ospitato in una trasmissione che seguo sin dalla prima edizione. Quando la puntata è andata in onda ho ricevuto moltissime email, messaggi e telefonate. Speriamo che sia un buon segno anche per le vendite!
Anche se devo dire che sono rimasto un po’ male dall’aver ricevuto moltissime richieste di presentazioni in giro per l’Italia e nessuna per le rassegne locali né in altre iniziative dedicate ai libri.
Nemo propheta in patria…
Purtroppo è vero.
Da giornalista e da attivista ti sei occupato della questione boa sub e quest’anno con la tua associazione hai organizzato pure una conferenza presso la Camera dei Deputati.
La questione “boa sub” è un argomento che mi sta a cuore come del resto tutta la parte che riguarda la sicurezza. C’è molta inciviltà tra chi va per mare, il fatto di non conoscere il significato di bandiere e normative non significa che non esistano. Con l’aumento del turismo di massa purtroppo devono aumentare anche le regolamentazioni perché il buon senso spesso non basta.
Purtroppo anche la stagione passata è stata funestata da molteplici incidenti, molti al dire al vero a subacquei che si sono immersi sia da soli che con i diving come a Palinuro. La conferenza è stata un modo per riportare anche in Parlamento di attualità una importante legge che è ferma nelle varie commissioni e devo ringraziare l’on. Mario Cavallaro e la Dott.ssa Luisa Cavallo per aver partecipato con impegno e passione all’iniziativa.
Abbiamo citato “5 Terre Academy” l’associazione che hai creato e che presiedi, ma cos’è esattamente?
È un portale web, la cui nuova versione sarà pronta fra poche settimane e che sarà registrata come testata giornalistica, è un’associazione ambientalista e un centro ricerche riconosciuto anche dal MIUR attraverso la quale conduciamo una serie di attività che vanno dalla ricerca nell’ambito della medicina subacquea ed iperbarica a studi ingegneristici. Due sono i progetti che cercheremo di avviare per il 2013, la mappatura dei fondali dell’AMP delle Cinque Terre e un sistema per la pulizia dei mari completamente automatico. Quest’anno abbiamo ricevuto apprezzamenti sia dal Comune di Lerici che dalla Provincia di La Spezia per le nostre numerose iniziative. Speriamo di confermale per l’anno nuovo, anche se dobbiamo pure noi fare i conti con la Spending Review sui progetti, i fondi che disponiamo sono tutti privati e sono inevitabilmente diminuiti causa crisi economica.
Le Cinque Terre nella tua associazione, nel tuo libro, nei tuoi articoli, sei una specie di ambasciatore del territorio…
Già. Senza distintivo e maglietta. Ma contento. Le cose si fanno per passione e non per avere qualcosa in cambio.
Favorevole o contrario alle AMP?
Favorevolissimo. Anche se sono per una diversa gestione. Alcune aree sono troppo vaste e i mezzi ed il personale sono nettamente inferiori per gestirle capillarmente. Finisce che i bracconieri, quelli che vanno abitualmente anche con le bombole, oppure i locali, si ritrovino con vere e proprie aree di riserva private. Succede anche in zona nostra, e devo dire che ogni anno non manca uno “scontro verbale” con chi sorprendo a pescare di frodo all’interno del Parco Nazionale.
Il Parco Nazionale ha ora una nuova guida, sia come Presidente che come direttore, cosa ne pensi?
Posso parlare solo di Vittorio Alessandro, il Presidente. L’ho conoscevo già da prima, un grandissimo professionista che sono sicuro che farà e già sta facendo un buon lavoro. Non è un compito facile, ma il suo passato militare metterà sicuramente ordine e in più, da uomo di mare, con la vasta esperienza che ha come bagaglio personale, darà finalmente più attenzione all’Area Marina Protetta e alle sue problematiche.
Nel 2013 dovrebbe essere creata ex-novo la commissione di riserva per l’Area Marina Protetta delle Cinque Terre, ti piacerebbe farne parte?
Se ti dicessi di no, mentirei. Come ho detto amo il nostro Mare e nel caso potrei mettere a disposizione tutte le mie competenze e ove possibile, anche tutto i gruppi di lavoro che confluiscono nell’associazione.
Ti hanno contattato in via preliminare?
Purtroppo ad oggi no.
Se potessi svolgere un ruolo da assessore, cosa faresti?
Mi concentrerei sulla valorizzazione subacquea e terrestre del nostro territorio, legandolo anche ad eventi sportivi che già ci sono, uno fra tutti il Trail Running del Golfo, ma anche la Byron, e spingerei per crearne altri. Dal punto di vista culturale istituirei il “Museo del Mare”, magari nel Castello di Lerici e potenzierei il Museo Navale dell’Arsenale. Senza dimenticare la Festa della Marineria, che trasformerei in una parte permanente, magari dentro l’Arsenale stesso.