Pesce lama, pesce spatola, sciabola, o più semplicemente mostro degli abissi. Ci sono molti modi di definire questo strano pesce, splendido quanto inquietante, un nastro argenteo dalla dentatura formidabile, tanto poco conosciuto quanto apprezzabile a tavola ( e presto vi proporremo qualche ricetta…).
Questo fine 2012 ha portato una presenza massiccia in tutta la nostra zona, sia nelle classiche poste di profondità sia, come vedremo dopo, in spot davvero anomali per un pesce abituato a grandi pressioni e all’oscurità più totale.
In profondità, dicevamo: lo sciabola è un grande combattente, resiste per tutta la colonna e da il meglio a poche decine di metri dalla barca, quando la luminosità comincia ad aumentare e si risveglia appieno il suo spirito di sopravvivenza, che lo porta ad accentuare la sua caparbietà e ad opporre tutta la sua mole al recupero. E, vi assicuriamo, un pesce di 1 metro e 60, che si mette di traverso, di resistenza ne fa davvero tanta, tale da farvi desiderare di non averlo mai allamato. 🙂
Noi lo insidiamo prevalentemente ad inchiku, pescando in spot che vanno dai 140 ai 200 metri, con attrezzatura medio leggera per amplificarne (siamo masochisti) la tenuta in combattimento, rendendo il tutto davvero entusiasmante.
Occorre spendere qualche parola sul corretto rigging per l’inchiku “deep”:
- è indispensabile mettere, a monte dell’esca, almeno un 50/60 cm di nylon molto spesso, di diametro superiore al 120 (1.20 mm), per evitare che la formidabile dentatura dello sciabola tagli il terminale. Va bene anche il classico terminale metallico, anche se, nel movimentare gli artificiali, si rischia di vedere falsata l’azione e quindi diminuire il numero di prede. Attenzione: nessuna girella tra madre e terminale, per evitare che qualche pesce, seguendo quello allamato, possa attaccare attratto dal barlume e dal rumore metallico emesso dalla girella e tranciare il terminale.
- usate inchiku “da battaglia”, perchè i denti degli sciabola lasciano segni evidenti e molto ampi sugli artificiali, rovinandoli in maniera irreparabile. Il colore prediletto varia molto lungo l’anno, oscillando tra glow, rosso, rosa e nero, che sono i colori che statisticamente offrono più garanzie. Il peso andrebbe contenuto il più possibile, per accentuare l’effetto sfarfallante in discesa, facendo ovviamente i conti con la corrente presente e mantenendo quindi una corretta verticalità: normalmente si oscilla tra i 100 e 150 g.
- usate anche qualche lucina da bolentino di profondità, anche in questo caso economica, nelle vicinanze dell’esca o solidale ad essa.
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Ma, come anticipato, quest’anno si sta rivelando davvero eccezionale, e i nostri mostriciattoli si stanno manifestando anche in zone davvero particolari, come le foci dei fiumi e soprattutto i Porti del levante.
Ighli Vannucchi, elfo onorario, ci racconta una sua avventura con questi fantastici predatori, insidiati A SPINNING. Un’esperienza più unica che rara per il nostro mar ligure!
GLI SCIABOLA A SPINNING!
Ingegnere nautico (da cui il nick) con la passione della pesca, nasce a La Spezia nell'ormai lontano 1985. Inizia a pescare ancor prima di camminare, seguendo le orme degli illustri familiari, abilissimi pescatori di orate con lenza a mano e metodo tradizionale. Dopo anni di gloriosi insuccessi, passa inspiegabilmente alla pesca con gli artificiali, ed in particolare alla traina costiera e allo spinning sulle mangianze, di cui si innamora. Ne deriva uno smodato sentimento di amore-odio per i gabbiani, e una vista assai acuta, nonostante gli occhiali, per individuare i più piccoli cenni di mangianza da La Spezia a Capo Corso.
Da qualche anno si è avvicinato, nel periodo invernale, alla pesca dei cefalopodi da Riva, con stranamente buoni risultati.
Pescatore molto tecnico, detiene nel team anche il primato di pesca alle acciughe e alle aguglie con le mani, di cui è molto orgoglioso...
Si può considerare il "tattico" del team, vista la sua passione per la tecnologia (dorme con il GPS) e meteorologia.
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