Il Miracolo della Cianciola

Quando le giornate si allungano all’infinito, quando il tepore vira in calore, quando l’umido della tarda primavera viene scacciato dalle nostre vecchie ossa, ecco, è lì che accade.
Mentre torme di forsennati spendono migliaia di euro per accaparrarsi le esche più gustose e più esotiche, nella vana speranza di portare a casa un pescetto che al kg costerebbe 790 euro meno del verme di Rimini, eh sì, è proprio lì che succede.
Sulle ali dell’entusiasmo per aver visto due tocche in un mare sempre più spopolato, giovani virgulti e antichi bucanieri calano affannati le lenze al limitar dei campi boe degli allevamenti di muscoli, respinti a bordate di verbali da migliaia di euro dagli enti preposti al controllo, che altro non possono fare che applicare una norma demenziale.

Perché si, come sempre, è l’orata che la fa da padrone, e ancora si, spolpa muscoli come se non ci fosse un domani e allora, quando si alza il peana dei miticoltori che vedono andare in nebbia le loro fatiche erculee, è lì che avviene il miracolo della Cianciola.

Appare di notte e la illumina a giorno, fra gli esaltati articoli dei soliti pennivendoli che esaltano la tanto agognata soluzione a tutti i mali del Golfo, e fa strage, strage, di pesci magari simpaticamente dediti alla riproduzione.
E come per incanto tonnellate di prede vengono fottute dalla rete di circuizione e buttate sul mercato a prezzi ridicoli per un paio di giorni, tanto dura il miracolo della nostra Beata Cianciola, sempre sia lodata.

Lasciando dietro di sé un deserto evitabile, un prelievo orribile, un vantaggio per pochi, molti articoli stolti.

Di chi non conosce, di chi non osa allungare l’occhio oltre il proprio uscio, magari per vedere che altre comunità marine, un pochino più illuminate, hanno arginato il fenomeno con sistemi un po’ più intelligenti e che magari hanno trasformato un problema in un’opportunità.
Non è che le orate ci sono solo a Spezia e abbiamo il monopolio dell’allevamento dei muscoli (cozze per i foresti), tipo in Adriatico li allevano eccome, li chiamano Peoci (pidocchi) e, udite udite, non solo organizzano dei fiorentissimi charter di pesca al simpatico sparide, addirittura contingentano la pesca e pagando un ticket di pochi euro l’allegro pescatore può ormeggiarsi ad una boetta con la propria barca senza farsi incaprettare come fosse il peggiore dei delinquenti.

E il muscolaio apprezza che non vada sganasciato tutto il suo immane sforzo, cosa da tutelare con ogni mezzo. Godono tutti e campano bene anche le nostre possibili prede.

Ps
Io non pesco le orate

Pss
Quest’anno la cianciola non l’hanno ancora chiamata ma è una questione di ore…io nel frattempo vado ad accendere un cero a Santa Sanzione tutrice dei pescatori incauti.

Il Polpo
Comandante di questa manica di sciamannati, classe 1966, pesca dalla veneranda età di 4 anni. Pesca pazza e disperatissima, citando studi di leopardiana memoria. Ha sperimentato tutte le tecniche di pesca meno la mosca e le bombe (non che siano assimilabili ma tant’è…), provando tanto e riuscendo in poco, grazie al perverso gusto di rimanere sempre affascinato dalla tecnica sconosciuta ai più, tralasciando quella più catturante. Ama in particolare la pesca con gli artificiali, che presuppone impegno, costanza e conoscenza... Ama ancor più inseguire i gabbiani, spesso inutilmente, perdendo completamente il controllo davanti ad una mangianza. In sintesi estrema, ama il mare con tutto sè stesso. Unica pecca: come perfetta nemesi dell'Inge, odia i cefalopodi , se non in cucina, e per questo loro lo cercano in continuazione...da cui il nome di battaglia.

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