Primavera non bussa, lei entra sicura,
come il fumo lei penetra in ogni fessura,
ha le labbra di carne e i capelli di grano,
che paura, che voglia che ti prenda per mano,
che paura, che voglia che ti porti lontano.
Eh…cosa vi devo dire, forse non si è capito, ma ho una certa predilezione per De Andrè e affondo a piene mani in quella che è a tutti gli effetti scintillante poesia. Affondo le dita per avere conforto, coraggio e ispirazione, stringo al petto il gioiello e lo lascio cadere.
Ci sentivamo un po’ così ieri, con quella frenesia strana addosso, mista alla quasi certezza di un fiasco, ma la primavera arriva e ti porta lontano, o almeno ci prova.
Dunque: io ho la barca in terra per i lavori invernali, il week end fa sempre tempemmierda per cui ho un mesetto di ritardo, l’Inge ha dei baffi sotto lo scafo degni di un generale Prussiano, per cui di planare non se ne parla. Le attenzioni si rivolgono tutte sull’AL Custom 21 di Luca che probabilmente è troppo bella per farsi attaccare dai denti di cane e, pertanto, è perfettamente in grado di navigare.
La sera del sabato vengono composti gli equipaggi, Io, Lux e Inge ospiti di Luca e, a sorpresa, il Peve imbarcherà prestissimo con il Verduraio (creatura mitologica per molti di noi ancora ignota, ndr). L’accoppiata di solito riserva sorprese, non sempre positive, innalziamo le odi al cielo e sacrifichiamo due zeppole di S.Giuseppe alle divinità del mare. Il GG ha fatto perdere stranamente le proprie tracce da qualche ora, io sospetto che sia stato obbligato a festeggiare adeguatamente la Domenica delle Palme e visto i precedenti….spero sia vero
Dunque per accondiscendere alle esigenze dell’Inge, che sta uscendo ora dal letargo, decidiamo di partire alle 10….cosa obiettivamente ributtante. Risultato mi sveglio alle 0630 e faccio in tempo a fare dieci colazioni, vedere il gran premio, comprare cibo e bevande per tutti e leggere i primi post di Paolo attivissimo su FB. Quello che leggo non mi piace molto, ma l’entusiasmo non si placa.
Lux mi recupera sotto casa e mi aiuta nell’abituale trasloco di attrezzatura e garruli andiamo incontro al nostro destino, attraversando impavidi la fiera di S. Giuseppe patrono di La Spezia. L’afrore di porchetta, l’unto dei bomboloni, la sugna del lampredotto impestano l’abitacolo e divento vegano fruttaliano per un attimo, ma poi passa…
Imbarchiamo contenti a Cadimare e aspettiamo L’inge che, con bradipesca lentezza, riesce a poggiare il piede in barca alle 10 spaccate, per cui esente da critiche.
Leggiamo l’ultimo post di Paolo che cito alla lettera:
“Boa parco girato vento, ondina in aumento.
Lassè perde
Andè alla fiera”
Entusiasmo. Noi ce ne fottiamo, partiamo a lento moto perché siamo vuotissimi di benzina e approfitto del tragitto per rifare due montature e preparare due tenya. Arriviamo dal benzinaio e capiamo che è finalmente primavera, fottendosene del ribasso spaventoso dei prezzi di mercato ci viene proposto un bel litrozzo a 1,725 con approvvigionamento self. Come in piena stagione. Hahaha il buontempone ha anche la pompa guasta che annaffia noi e la barca di aromatici insaturi, e ciò da un nuovo fulgore alla giornata.
Alla ripartenza becchiamo il Verduraio (MA ALLORA ESISTE, CAZZO!) e il Peve nel canale che polpeggiano, breve scambio di strombazzamenti e via! Si Va! Meta sassi sparsi sugli 85 mt, sarde e calamari da innescare a tenya, l’ondina c’è, da SSE, il ventarello pure ma niente di che, il sole a tratti: trabocca l’ottimismo.
Che passa subito, proviamo un primo ancoraggio e finiamo nel nulla, all’onda e al vento si aggiunge il solito correntone di primavera che ci spara in Culisbonia. Recuperiamo l’ancora e ci riproviamo, durante la cala Lux appoggia un ginocchio alla murata e gira lievemente il corpo verso poppa, spero che il crack sonoro che si è udito a bordo non provenga da lui.
Proviene da lui.
Sbianca muto e poi inizia a sudare, dopo due minuti riprende colore e si autodiagnostica un bel danno peso al ginocchio sinistro.. Lo appoggiamo di poppa e proviamo a proporgli degli impacchi di sarda surgelata che, giustamente, lui rifiuta.
Caliamo le sarde su un fangone privo di vita, siamo passati sopra i sassi che pullulano di marcature mostruose ma anche il secondo tentativo è andato in vacca. Lux insensibile al dolore pesca con dedizione, io sforno focacce con mortazza e birre a profusione, il sole sparisce, il vento aumenta. Dopo mezz’ora riproviamo, pallone-ancora- risalita-fondo all’ancora-vedo i sassi-li perdo e finisco nel fango.
Per 5 volte.
Decidiamo di rientrare anche per dare un po’ di sollievo a Lux: prima però l’ ultima prova, mi porto sui massi e tengo lì la barca con i motori, L’Inge incanna una perchia, unica preda della giornata… E’ proprio il caso di levarsi dalle palle.
Beh almeno mi godo il rientro, nonostante il marettone la barca fila che è una meraviglia e mi arrogo il diritto di portarla fin dentro il canale, dove ci spariamo un bel caffè con la macchinetta portatile che mi ha regalato la moglie per natale, unica nota acutissima della giornata.
Arrivati all’ormeggio ci rendiamo conto che Lux è danneggiato seriamente, non riesce a poggiare la gamba ed ha il piede freddo, ma non ha mollato. Rifiuto di usare la carriola per portarlo alla macchina come aveva proposto lui, lo imbraghiamo e gli concediamo l’ovazione mentre esce dal campo.
Concludendo:
Diciamo che una sgambata a Pinerolo organizzata dal conte Cobram sarebbe stata più gradevole.
Non cito la Goggi per decenza, riprendo in mano il Vate….
…….dal letame nascono i fior.
Coraggio, è solo la prima dell’anno.
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